“Sessanta… e adesso! La guida per viverli bene”, scritto a quattro mani da Claire Parker e Muir Gray, con la prefazione di Walter Ricciardi, ed edito da Edizioni LSWR, è stato presentato martedì 20 dicembre all’Istituto Superiore di Sanità in un evento organizzato da Edra, trasmesso in diretta streaming.
Come nasce “Sessanta… e adesso”
Circa dieci anni fa, dalle ricerche di Gianni Pes e Michel Poulain, è nato il concetto di “blue zones”. Ossia quelle aree del pianeta caratterizzate da una maggiore longevità, con una più alta concentrazione di centenari e ultracentenari ancora in buona salute.
Lo studio ha portato i ricercatori ad una serie di conclusioni molto precise. Modificano alcuni specifici comportamenti e migliorando il proprio stile di vita, è possibile intraprendere un percorso di invecchiamento di successo.
Secondo questo studio, quando si supera la mezza età non sono tanto la familiarità o gli eventi stressanti a predire la salute futura. Ma piuttosto l’abitudine al fumo, la capacità di adattamento, un peso e un’attività fisica regolari, forti relazioni sociali e l’interesse verso la conoscenza.
Con “Sessanta… e adesso! La guida per viverli bene!” gli autori vogliono quindi lanciare un messaggio molto semplice. Non si deve temere l’avanzare dell’età, ma anzi l’età “d’argento” può diventare “d’oro” grazie all’impegno individuale nel fare scelte salutari.
Gli ospiti e highlights dall’evento
All’evento sono intervenuti, accanto agli autori, alcuni dei principali esperti provenienti dal mondo della salute.
La presentazione è stata moderata dall’Amministratore Delegato di Edra, Ludovico Baldessin, che ha introdotto gli argomenti al centro della conferenza, sottolineando: “In Italia, per ogni bambino si contano 4,4 anziani. Denatalità e invecchiamento della popolazione flettono i livelli di sostenibilità del SSN, le cui risorse sono già assorbite per due terzi alle cure degli anziani. L’epidemiologia evidenzia che grazie ad educazione e interventi sugli stili di vita si possono ridurre significativamente cronicità e tumori”.
Rispetto agli obiettivi del libro, l’AD Edra ha poi affermato: “La visione sistemica di educazione alla salute stimolata dal Prof. Muir Gray e dal Prof. Walter Ricciardi risulta un imperativo per la salute pubblica”.
In apertura è intervenuto il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro.
Il Professore ha portato i saluti istituzionali. Poi si è concentrato su uno dei temi di maggior impatto all’interno del libro: l’importanza della socialità a beneficio di corpo e mente. A questo proposito ha poi affermato: “Oggi sappiamo che la socializzazione è uno dei predittori più importanti sia della qualità che della durata della vita. E proprio con questo consiglio gli autori ci richiamano un aspetto molto importante: dobbiamo costruire meccanismi attivi che facilitino la socializzazione”.
In seguito, è intervenuto Walter Ricciardi, Professore ordinario d’Igiene e Sanità Pubblica presso l‘Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Il Professore ha ricordato come: “L’età media della popolazione mondiale si sta alzando e la sfida principale per la salute pubblica è proporre un modello di invecchiamento attivo. Naturalmente dobbiamo curare i giovani e cercare di valorizzarli e supportarli, però dobbiamo far star bene una fetta sempre più crescente della popolazione.”
Sono poi intervenuti in collegamento da remoto i due autori del volume, Claire Parker e Muir Gray.
Nel suo discorso quest’ultimo ha rivolto un importante invito affermando: “Dobbiamo superare il vecchio modello di suddivisione della vita in tre fasi: infanzia/adolescenza, età adulta e pensione. Per questo in Inghilterra abbiamo iniziato a parlare di “Rinascimento”. Le persone a sessant’anni devono prendere consapevolezza del fatto che hanno davanti a loro ancora almeno trent’anni da vivere.”
Claire Parker ha invece voluto ricordare il messaggio centrale del libro spiegando: “Penso che la cosa più importante che il libro comunica alle persone sia che possono partire esattamente da dove sono. Insomma, il libro non è dedicato solo a coloro che sono già pronti a fare tutto quello che andrebbe fatto per tutelare la propria salute, ma anche a chiunque si trovi in questa fase della vita e voglia migliorarsi in base alle sue esigenze e possibilità.”
È infine intervenuto anche il Prof. Giovanni Capelli, Direttore del CNaPPS dell’ISS, che si è rivolto direttamente alle istituzioni affermando: “Anche il nostro SSN deve imparare a prescrivere il contatto sociale l’attività motoria. Non solo genericamente, ma dando dei riferimenti precisi. Nessuno si sognerebbe di dire prendi un’aspirina o prendi un antibiotico qualsiasi; e così non si può pensare di dire fai dell’esercizio fisico ovunque tu sia. Bisogna invece prescrivere le giuste attività ed i nostri clinici devono imparare a proporle in maniera corretta.”
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