AMR: il ruolo della diagnostica e gli interventi futuri

Evento sul ruolo della diagnostica nella gestione dell'antibiotico resistenza

Analizzare il valore della diagnostica e degli impatti sociali ed economici legati all’antibiotico resistenza: questo l’obiettivo dell’evento AMR: il ruolo della diagnostica e gli interventi futuri, organizzato da Edra con il sostegno di Roche Diagnostics.

Durante il congresso, svoltosi lo scorso 15 novembre al Centro Studi Americani di Roma, alcuni dei più importanti esperti nazionali del panorama healthcare si sono riuniti per aprire una discussione intorno a questa tematica.

L’antibiotico resistenza: le premesse all’evento

L’evento nasce per analizzare l’attuale scenario relativo alla resistenza agli antimicrobici (AMR), di cui l’antibiotico-resistenza rappresenta il fattore di maggiore rilevanza.

L’AMR è un fenomeno che avviene nei microrganismi come forma di adattamento all’ambiente. Dipende infatti dalla capacità di questi ultimi di mutare e acquisire l’abilità di resistere a molecole in grado di ucciderli o arrestarne la crescita.

La resistenza antibiotica risulta quindi uno tra i principali problemi di salute pubblica. Una situazione particolarmente critica in Italia, come dimostrano le ultime statistiche in merito.

Secondo i dati dell’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema) l’Italia è il primo Paese europeo per utilizzo di antibiotici in ambito umano e terzo per uso sugli animali negli allevamenti intensivi. Mentre secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, il livello di antibiotico-resistenza si colloca fra i più elevati in Europa.

La lotta all’antibiotico resistenza: una sfida aperta

Da questi presupposti nasce l’evento AMR: il ruolo della diagnostica e gli interventi futuri”, in cui si è dibattuto sugli impatti sociali ed economici dell’AMR. E, in relazione a questo tema, al valore che la diagnostica in vitro può dare per rispondere a questo problema di salute.

Al dibattito, che si è focalizzato sulla necessità di un coordinamento di tutti i diversi attori del sistema, sono intervenuti esperti provenienti da altrettanti ambiti del mondo healthcare.

Obiettivo finale dell’iniziativa: sviluppare modelli innovativi di diagnostica rapida a supporto di quanto già attivo nel Piano Nazionale per le Antibiotico Resistenze (PNCAR) per contribuire alla riduzione di infezioni.

Alcuni highlights dal congresso

Al dibattito, moderato dall’Ad Edra Ludovico Baldessin, hanno partecipato alcuni dei maggiori rappresentanti del settore.

Ha aperto la discussione la Senatrice Beatrice Lorenzin, Vicepresidente del Gruppo PD e Componente della Commissione Bilancio, la quale ha sottolineato tutto il lavoro svolto fino ad ora sul tema.

A questo proposito la Senatrice ha ricordato: “Nel 2013 l’antibiotico resistenza è stato uno dei temi cardini portati dall’Italia all’attenzione del Consiglio Europeo di salute. A quel tempo erano due i temi centrali: antibiotico resistenza e vaccini. Oggi, nel 2022, quei due temi restano di estrema attualità.

Il Direttore Generale della prevenzione sanitaria del Ministero della Salute, Giovanni Rezza, ha invece concentrato la propria attenzione su quelli che sono i pilastri su cui si fonda il nuovo PNCAR 2022-2025.

Parlando delle misure future, Rezza ha spiegato che: «Il nuovo Piano di lotta all’Antibiotico Resistenza, in attesa di approvazione in Conferenza Stato-Regioni, prevede alcune novità rispetto al precedente  del 2017. Esse riguardano: l’istituzione di una cabina di regia e una maggiore integrazione tra settore umano, ambientale e veterinario. Prevedono poi un rafforzamento  delle sorveglianze e lo sviluppo di nuovi strumenti di supporto all’uso più appropriato degli antibiotici. Il piano prevede infine una partecipazione attiva sugli aspetti etici, trasparenti e di comunicazione legata ai cittadini».

Nel corso dell’evento è intervenuto anche Marco Cossolo, Presidente Federfarma, il quale ha evidenziato il ruolo che il farmacista ricopre nell’accompagnare il paziente nei percorsi di cura al fine di ridurre la resistenza derivante da abuso di antibiotico.

Estremamente interessante anche l’intervento di Luca Pani, Professore Ordinario di Farmacologia e Farmacologia Clinica dell’Università di Modena e Reggio Emilia e di Psichiatria Clinica dell’Università di Miami, che ha ricordato come: “Il Covid ci ha ricordato che viviamo in un mondo di microbi. Il mondo è fatto di microbi, la vita è fatta di microbi. Tanto nella nostra individualità, quanto su una scala evoluzionistica, essi sono centrali per la vita, basti pensare che il microbioma è formato da 100 trilioni di cellule”.

Rispetto al tema dell’antibiotico resistenza, Il Professor Pani ha poi specificato: “L’uso inappropriato di questi antibiotici uccide la maggior parte dei batteri e ne fa emergere uno solo. Questo rapidamente dà una malattia molto grave che comporta la morte per il 90% di chi ne soffre.”

Nella seconda parte del dibattito è stato approfondito il valore della diagnostica nell’ambito dell’antibiotico resistenza.

Tra i protagonisti il Professor Pierangelo Clerici, Presidente dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI), ha sostenuto che: “Noi siamo disponibili al confronto, ma partendo dal concetto che la pietra angolare è la microbiologia con i dati che noi forniamo. Anche il discorso di stabilire in anticipo se un’infezione è virale o batterica, chi lo può dire? Noi con le adeguate strumentazioni e tecnologie.”

Mentre il Professor Maurizio Sanguinetti, Immediate Past President della Società Europea di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive (ESCMID), ha evidenziato le criticità e le problematiche, affermando che: “All’inizio dell’anno è uscito un lavoro sul Lancet che ha fotografato la situazione di mortalità nel 2019 da antibiotico resistenza a livello mondiale: 4,95 milioni di persone sono morte per patologie correlate all’ AMR”.