Il Tempio di Adriano è la location scelta da Fondazione Roche ed Edra per presentare il libro “I DATI. IL FUTURO DELLA SANITÀ. Strumenti per una reale innovazione”.
L’evento vuole fornire un’analisi delle potenzialità del dato nel sistema sanitario, a vantaggio di tutti gli interessi coinvolti, attraverso la promozione di un nuovo confronto scientifico e istituzionale.
Perché i dati sono il futuro della sanità: il libro bianco
I dati rappresentano una risorsa di valore inestimabile per la ricerca e per la migliore cura dei pazienti.
Per questo è quindi necessario che vi sia un contesto, normativo e fattuale, all’interno del quale sia realmente possibile valorizzarli in tutta la loro potenzialità. Anche per salvaguardare il rispetto dei diritti della persona.
In questa prospettiva è dunque indispensabile trovare un corretto equilibrio tra interessi e diritti diversi, individuando la loro possibile conciliazione sulla base delle esperienze concrete.
“I dati. Il futuro della sanità. Strumenti per una reale innovazione” mira a sottolineare come la tematica dei dati è in stretta correlazione con la possibile rappresentazione di una sanità del futuro.
Il volume dimostra che questo sarà possibile solo se il SSN saprà adottare un cambio di passo in questo ambito. Dal canto suo anche il decisore politico dovrà riconoscere la priorità a questo tema, definendo in merito una normativa puntuale e dettagliata.
In questo senso il principale nodo da scogliere è rappresentato dalla molteplicità di piattaforme di ospedali e Regioni all’interno delle quali si riscontra reciproca incompatibilità o l’assenza di interconnessione.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è quindi un’opportunità imperdibile. Spetterà alla politica esercitare un ruolo risolutivo, ispirando in ogni ambito le scelte che possono rivelarsi fondamentali per il futuro del Paese.
Contenuti e obiettivi dell’evento di presentazione
Partendo da questo scenario, l’evento è stato un’occasione per rivelare le potenzialità del dato nel sistema sanitario, a vantaggio di tutti gli interessi coinvolti.
Tali opportunità riguardano in particolare: il rafforzamento del Servizio Sanitario Italiano (SSN); una migliore tutela dei pazienti; nuovi benefici per ’impresa.
Durante il convegno, che ha coinvolto gli operatori sanitari e le Istituzioni, è emersa una visione condivisa in grado di consentire la migliore utilizzazione dei dati, anche nelle situazioni che sembrerebbero più problematiche (come per esempio quella degli usi secondari).
Tra politica, digital health e tecnologia: gli ospiti dell’evento
Al dibattito, moderato dalla giornalista Barbara Carfagna, sono intervenuti numerosi ospiti provenienti da diversi ambiti e settori.
Tra i primi a prendere la parola Walter Ricciardi, Professore d’Igiene e Sanità Pubblica presso l‘Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Chair Mission Board for Cancer della Commissione Europea.
Dopo una breve analisi del contesto europeo, il Prof. Riccardi ha parlato del contesto nazionale affermando: «L’Italia si trova in notevole ritardo su tutti i punti di vista, rispetto all’utilizzo del dato sanitario: quello strutturale, quello culturale e quello finanziario. Il Pnrr dà infatti grande importanza a questo tema e potrebbe essere occasione per ridurre questo gap: non solo nell’utilizzo dei dati sanitari ma in tutti gli ambiti.»
Maurizio De Cicco, Presidente e AD di Roche, ha invece voluto parlare dell’importanza della ricerca. La sua azienda, infatti, contribuisce da ormai un secolo all’evoluzione di ricerca e cura. Da questi investimenti è nata oggi una visione inedita che coniuga terapie, sistemi diagnostici e digitali.
Per questi motivi, De Cicco ha così sintetizzato il suo pensiero: «La ricerca dovrebbe essere uno dei pilastri su cui un Paese investe. La ricerca poi applicata ai dati e alla salute è ancora più importante perché se c’è la salute, il Paese è forte, è sano e ha delle prospettive»
Anche Gianmario Verona, Presidente di Human Technopole e Professore di Management presso Università Bocconi, insiste sull’importanza dei dati. Lui precisa però: «Qualcuno dice che i dati sono il nuovo petrolio. I dati potranno essere una fonte di ricchezza, per i paesi che li sapranno utilizzare e mettere in rete per favorire percorsi di crescita significativi.»
Il Prof. Paolo Marchetti, in quanto Presidente Fondazione di Medicina Personalizzata, ha ribadito come i dati siano l’unica strada per sfruttare al massimo le potenzialità della medicina personalizzata.
Marchetti si è infatti rivolto direttamente al GDPR per sottolineare un aspetto molto importante: «Abbiamo qui la grande esperienza della gestione dei dati e devo dire che per noi tutta la parte del Garante è stata di grandissima importanza, quando, ad esempio, è stata distinta in maniera molto chiara quali sono i diritti e i doveri nei confronti di un cittadino e di un paziente. Una distinzione che spesso purtroppo non viene percepita.»
Per fornire un’ulteriore prospettiva è intervenuto anche un componente dell’ente del Garante per la protezione dei dati personali, l’avvocato Guido Scorza.
Nel suo intervento Scorza ha voluto chiarire un punto, ossia: «La disciplina europea ha un indirizzo molto netto, cioè dice che l’obiettivo è massimizzare la circolazione dei dati all’interno dell’UE, al ricorrere di certe condizioni di tutela. Lo strumento per garantire queste condizioni è una normativa uniforme all’interno di tutti gli Stati membri. Se ci sono delle norme che garantiscano la privacy dei cittadini è più facile favorire la circolazione dei dati.»
In rappresentanza della politica è invece intervenuta Beatrice Lorenzin, Vicepresidente del Gruppo Pd e Componente della Commissione Bilancio. La Senatrice ha spiegato che «Non possiamo chiamare i dati il nuovo petrolio perché a differenza di quest’ultimo, oltre che un inquinante è una risorsa destinata a finire. Invece i dati nel mondo della digitalizzazione del Metaverso sono qualcosa che si riproduce in modo costante e in un numero impressionante.»
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