Presentato a Roma “È il salute la sanità?” – Nuovo saggio di Gianluca Polifrone

Presentazione nuovo libro di Gianluca Polifrone

“È in salute la sanità? Nuova interdipendenza tra economia e salute” è stato presentato lo scorso 4 ottobre a Roma con il contributo dell’autori e degli scienziati co-autori del volume.

È in salute la sanità? Il focus del libro

Le riflessioni degli ultimi anni di Gianluca Polifrone, autore, direttore ufficio di presidenza AIFA e componente del consiglio della Fondazione Biotecnopolo di Siena, fanno parte di un progetto che vuole analizzare le delicate questioni che riguardano il diritto alla salute alla luce di un modello sanitario efficiente.

Obiettivo del nuovo saggio, intitolato “È in salute la sanità? Nuova interdipendenza tra economia e salute” e edito da Edizioni LSWR e Edra, è esaminare le premesse dell’attuale sistema sanitario e le evoluzioni che lo hanno interessato negli ultimi anni, cercando di mettere a fuoco e contestualizzarne i cambiamenti non solo in ambito specificamente italiano, ma anche europeo. La domanda che l’autore si pone è se il SSN avrà effettivamente la forza di reggere  e quali sono le sfide del presente e del futuro che lo attendono.

Highlights dall’evento

“Il messaggio comune che emerge adesso è che la sanità pubblica dovrebbe trarre vantaggio dall’esperienza del Covid-19. Prima azione, il miglioramento della gestione della governance nazionale e il decentramento regionale. Il coordinamento tra autorità centrali e regionali è essenziale per garantire assistenza in particolare ai pazienti fragili e cronici, in continuo aumento per via dell’invecchiamento della popolazione”. Inizia così l’intervento dell’autore, che mette in luce le attuali priorità per mantenere un ottimale funzionamento del nostro SSN.

Polifrone ha poi proseguito illustrando il secondo punto chiave che emerge dal suo lavoro: “Seconda parola chiave, sostenibilità. Dobbiamo poi prevedere investimenti per la creazione/potenziamento della medicina territoriale per diminuire la pressione sugli ospedali e rafforzare l’assistenza domiciliare. Inoltre sarà essenziale il reclutamento di risorse umane che deve far fronte al disinvestimento sul personale, dai medici agli infermieri.”

Per evidenziare il merito del volume nel tratteggiare le grandi sfide che il Sistema Sanitario dovrà affrontare, è intervenuto il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti: “La produzione dei servizi sanitari sta evolvendo, con un ruolo chiave assegnato alla nuova innervatura delle Centrali Operative Territoriali, delle Case e degli Ospedali della Comunità, dei Servizi di Assistenza Domiciliare. Fondamentale sarà il confronto tra le diverse realtà regionali e territoriali.”

Invece Giorgio Palù, Presidente AIFA, che ha contribuito al libro, ha proposto una disamina sull’importanza della formazione medica, della ricerca e del riordino del SSN. L’esperto ha così spiegato: “La pandemia ci ha mostrato come il nostro SSN sia entrato in crisi: dal disallineamento tra assistenza ospedaliera e assistenza distrettuale, all’eccessiva burocratizzazione che ha svilito il ruolo del medico di medicina generale come primo referente in grado di fronteggiare le esigenze della sanità territoriale. In questo ambito si è poi insinuata la sanità privata con l’obiettivo di competere con gli ospedali per prestazioni e ricoveri.”

Molto atteso anche il contributo del secondo co-autore, il Premio Nobel per la fisica nel 2021, Giorgio Parisi. Nel suo contributo l’autore ha parlato in particolare del sottofinanziamento della ricerca in Italia, soprattutto in ambito medico-scientifico, affermando: “Faccio un appello: per la ricerca sono necessari 10 miliardi, subito. Solo in questo modo riusciremo a sostenere il settore e attirare persone personale che, altrimenti, continuerà ad andare all’estero dopo la laurea”

Dello stesso avviso anche Giovanni Scambia, Direttore Scientifico della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli – IRCCS di Roma e co-autore del libro.  Parlando infatti del tema ricerca scientifica ha affermato che: “La ricerca non si deve aggiungere al SSN, ma ne deve essere parte integrante. Gli IRCCS rappresentano strutture di eccellenza e il network che li raggruppa è un sistema che va mantenuto e potenziato. Ma anche in questo caso manca un meccanismo premiante per i ricercatori: non c’è convenienza a fare ricerca in Italia. Inoltre e di pari passo neanche le istituzioni vengono premiate per la buona ricerca eseguita in campo no profit”.