Si è conclusa mercoledì 4 dicembre con l’evento di premiazione al Senato della Repubblica, la prima edizione di One Health Ambassador. L’iniziativa ha l’obiettivo di promuovere una visione integrata e multidisciplinare della salute e riconoscere pratiche virtuose su tutto il territorio italiano.
Promuovere un approccio One Health: obiettivi dell’iniziativa
Il progetto, lanciato questa primavera da Boehringer Ingelheim in collaborazione con Edra, ha permesso in questi mesi di intercettare le pratiche virtuose e mappare i professionisti che le agiscono quotidianamente, contribuendo a sensibilizzare sull’importanza dell’approccio One Health. Un modello che sottolinea l’interconnessione tra salute umana, animale e ambientale e che sta acquisendo sempre maggiori attenzioni e riconoscimento.
Il Comitato Scientifico, coordinato da Stefano Vella, docente di Salute Globale presso l’Università Cattolica di Roma, e Antonio Gaudioso, esperto di politiche sanitarie, ha stabilito i criteri per selezionare i candidati.
I 102 professionisti premiati, rappresentano un esempio di “One Health Ambassador”, e si sono distinti per l’impegno nel rendere One Health concreta nel loro rapporto quotidiano con i cittadini. Un approccio che può generare valore per loro come professionisti e per i pazienti, un primo passo verso un sistema sanitario territoriale più solido.
I vincitori, nominati sul sito ufficiale e premiati con una targa simbolica, sono per il 55,5% medici veterinari, il 27,7% farmacisti e il 16,8% medici di medicina generale. La distribuzione geografica evidenzia la forte partecipazione da regioni come Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna, mentre altre aree, con una maggiore presenza di fauna, risultano meno rappresentate, suggerendo una minore sensibilità nelle zone più vulnerabili a zoonosi.
Se da un lato il progetto ha mappato e riconosciuto i professionisti più preparati sul tema, dall’altro ha evidenziato alcuni punti d’attenzione.
Tra questi, la necessità di intensificare momenti che promuovano la collaborazione interprofessionale ed è emerso il desiderio di una maggiore sinergia. Secondo gli esperti intervenuti sarebbe auspicabile aumentare le occasioni di formazione e confronto, anche con il prezioso supporto delle società scientifiche e delle istituzioni competenti.
In particolare, la maggior parte degli MMG considera fondamentale la collaborazione con i medici
veterinari, anche se 11 su 29 dichiarano di non aver mai avuto necessità di consultare un veterinario per diagnosi di zoonosi. Questo risultato mette in luce una carenza nella formazione specifica sul tema delle zoonosi.
Al contrario veterinari e farmacisti dichiarano di collaborare con molta più frequenza con gli altri professionisti della salute. Questi dati rappresentano la volontà di un cambiamento positivo nel modo di concepire e affrontare le sfide sanitarie.
Un altro punto di attenzione emerso riguarda la sfida dell’antibiotico-resistenza, che pure è stata centrale nel G7 a Bari. La preoccupazione per l’uso eccessivo di antibiotici è condivisa da tutti i professionisti, anche se con diverse intensità e frequenze nella percezione del rischio.
Il progetto ha anche evidenziato l’urgenza di un impegno continuo nella formazione e sensibilizzazione dei professionisti. È essenziale sviluppare programmi educativi mirati, in particolare per i medici di medicina generale, per colmare il divario di conoscenze sulle zoonosi.
Il punto di vista dei protagonisti
È intervenuto in apertura Giovanni Leonardi, Capo Dipartimento One Health del Ministero della Salute, che ha dichiarato: “Il modello One Health è fondamentale per affrontare le complesse sfide sanitarie globali che ci attendono. La salute non è più un concetto distinto per ciascuna delle aree coinvolte: umana, animale e ambientale. Solo con un approccio olistico possiamo rispondere in modo adeguato a problematiche come le zoonosi, le malattie emergenti e la crescente resistenza agli antibiotici. Di conseguenza, collaborazione tra professionisti di diverse discipline è cruciale per garantire una salute globale sostenibile. Ecco quindi che iniziative come One Health Ambassador sono essenziali per incentivare la formazione, il dialogo e l’azione congiunta”.
Stefano Vella ha invece sottolineato: “One Health Ambassador è un punto di partenza per accrescere consapevolezza e informazione sul tema One Health, responsabilizzando professionisti sanitari, istituzioni e cittadini. Parlarne significa promuovere una visione integrata della salute umana, animale e degli ecosistemi, essenziale per affrontare le sfide globali. Tra le priorità emerse nel corso dell’iniziativa vi sono la necessità di educazione mirata, una maggiore collaborazione tra professionisti e la sensibilizzazione su temi cruciali come l’antibiotico-resistenza, dove l’Italia registra tassi preoccupanti”.
Antonio Gaudioso ha sottolineato la necessità di affrontare One Health come una sfida condivisa: “Non servono soltanto dichiarazioni di principio, ma azioni concrete. L’istituzione del dipartimento One Health da parte del Ministero della Salute rappresenta un quadro di riferimento che consente di promuovere interventi efficaci”.
Infine, il senatore Francesco Zaffini, Presidente della 10° Commissione, ha rimarcato il ruolo delle istituzioni nell’incentivare la diffusione di questo modello. “L’approccio One Health rappresenta un’opportunità fondamentale per costruire una salute globale più resiliente e sostenibile, basata sulla medicina di precisione, sulla presa in carico precoce e sulla prevenzione primaria e secondaria. In questo contesto, l’MMG gioca un ruolo centrale, affiancato da specialisti, veterinari e farmacisti di comunità”.