WebTalk di Sanità33: al centro la trasformazione digitale del SSN

Webtalk - M6C2: innovazione,ricerca e digitalizzazione del SSN

Continua il ciclo di webtalk di Sanità33 dedicati alla mission 6 Salute del PNRR, che destina 11 miliardi all’innovazione in sanità, finanziato grazie al programma dell’UE, “Next Generation Europe”.

I temi del secondo webtalk: innovazione e investimenti sul digitale

Il secondo incontro, organizzato da Edra, si è svolto lo scorso venerdì 20 maggio. Il webinar, dedicato al “Ssn tra innovazione, ricerca e trasformazione digitale”, ha visto come protagonisti 4 autorevoli esperti provenienti da diverse aree del settore sanitario:

  • Giovanni Apolone, Direttore Scientifico dell’Istituto dei Tumori;
  • Americo Cicchetti, Direttore ALTEMS;
  • Carmine Pinto, Presidente Ficog;
  • Gianluca Polifrone, Direttore Ufficio di Presidenza AIFA.

Apolone, ricercare un coordinamento nazionale

«Se parliamo di Pnrr sono tre i bandi che riguardano gli Irccs, uno del ministero dell’Università e due del ministero della Salute. Si tratta certo di una grande opportunità di cambiamento, ma volendo partecipare a questi bandi ci siamo resi conto che sono poco coordinati tra di loro e ci sono numerose sovrapposizioni». È questo il commento agrodolce di Giovanni Apolone, Direttore scientifico dell’Istituto dei tumori di Milano.

L’esperto ha ricordato che sono 52 gli IRCCS presenti in Italia, divisi tra pubblici e privati. Tuttavia, la loro distribuzione sul territorio nazionale è ancora troppo disomogenea.

Altra grande problematica, che frena l’operato degli istituti, è la complessità della burocrazia che complica la possibilità di accedere ai fondi tramite questi bandi. Per questo l’esperto afferma: «Sono ancora molti i lacci e lacciuoli che rallentano la nostra attività, e riguardano anche il Pnrr. Per non parlare delle questioni legate alla privacy in merito ai dati sanitari, che non possono essere utilizzati ai fini di ricerca e nemmeno scambiati con altri istituti».

Cicchetti: il primo cambiamento è culturale

Il direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari della Cattolica di Roma, Americo Cicchetti, non nega che le risorse stanziate dal Pnrr per il rilancio del SSN siano importanti, ma nutre qualche dubbio sull’ operatività dei progetti.

A questo proposito afferma: «Le vere trasformazioni avvengono non grazie alle riforme ma ai cambiamenti culturali, che spesso non ci sono. In questa ottica è fondamentale creare un nuovo management ai vertici delle aziende sanitarie, puntando anche a nuovi modelli di leadership: spirito imprenditoriale, coraggio, autonomia nelle scelte, capacità di cogliere le opportunità, comprendendo che la crisi è ormai diventata quasi normalità e con essa dobbiamo avere a che fare».

Pinto: la necessità di fare rete

«Possiamo fare due scelte, accontentarci dell’esistente oppure cercare di cambiare il Ssn. La Missione 6 del Pnrr prevede risorse notevoli ma non esageriamo considerandole enormi»

Anche Carmine Pinto, Presidente Ficog, concorda con le cautele espresse dai colleghi. Pur riconoscendo le opportunità fornite dal PNRR, ribadisce che l’innovazione in sanità implica numerosi livelli di intervento, soprattutto nella sua area di competenza: l’oncologia. E a questo proposito afferma: «Il management in sanità è oggi livellato verso il basso ma, soprattutto, non si è acquisita la capacità di “fare rete”. Le stesse reti oncologiche procedono ancora troppo al rallentatore».

Per quanto riguarda invece le cure di prossimità, altra tematica al centro del Webtalk, Pinto commenta: «Territorio e telemedicina non risolvono tutto. Si parla di creare case e ospedali di comunità: che servizi diamo all’interno di essi e con che qualità? Non tutto può passare dall’ospedale al territorio, anche se in molte Regioni italiane i posti letto sono sottodimensionati, inferiori alle necessità».

Polifrone: impiegare bene le risorse, diversamente dal passato

Al webtalk ha partecipato anche Gianluca Polifrone, Direttore dell’Ufficio di Presidenza AIFA, che ha parlato in modo particolare di un tema a lui molto caro: il processo di digitalizzazione della sanità italiana: «Siamo ancora all’inizio, i soldi ci sono sempre stati bisogna capire come sono stati spesi nell’ambito dell’Information technology. Non bene. Già nel 1990 una normativa parlava di telematica in sanità, ma una vera semplificazione non c’è mai stata nella Pubblica amministrazione, che tuttora è coinvolta in 160.000 leggi».

Polifrone è infatti un grande conoscitore di questa materia ed è autore di numerosi volumi dedicati proprio al tema della digital health.

Una delle problematiche più grandi rispetto a questa tematica è l’enorme divario ad oggi presente in materia di assistenza sanitaria tra le varie regioni italiane: «Il Ssn è una infrastruttura non omogenea su tutto il territorio nazionale. Va ricordato, inoltre, che la riforma del Titolo V della Costituzione non doveva regionalizzare la sanità, semmai delegare la cura del paziente alle autorità locali. Ma si è andati ben oltre».