È stato presentato a Milano il “Manifesto Italiano PolmoniAMO”, pubblicato da Edra con il sostegno di Astrazeneca, pensato per sensibilizzare cittadini e Istituzioni sull’importanza della diagnosi precoce.
L’iniziativa nasce da un dato molto preciso: lo screening del tumore del polmone può evitare ogni anno, in Italia, oltre 5.000 decessi.
Grazie alla tomografia computerizzata del torace a basso dosaggio è possibile aumentare il numero delle diagnosi in fase precoce dall’attuale 25% fino al 60%. Questo consentirà ai pazienti di sottoporsi ad interventi chirurgici meno invasivi e al trattamento con farmaci innovativi, aumentando le probabilità di guarigione.
Il cancro al polmone in Italia
Un uomo su 10 e una donna su 35 sviluppano un cancro del polmone nel corso della vita.
Questi dati forniscono una drammatica fotografia di quanto sia diffusa questa neoplasia. Inoltre, questa malattia, risulta anche gravata da un elevato indice di mortalità, che la rende la causa più frequente di morte per cancro nel nostro Paese.
Il cancro del polmone è stato a lungo trascurato, nonostante le indagini epidemiologiche ne indicassero le preoccupanti e crescenti morbilità e mortalità negli ultimi decenni.
Gli obiettivi di PolmoniAMO
Il Manifesto ruota attorno ad una “call to action” rivolta sia alle Istituzioni nazionali e regionali che alle Comunità scientifiche.
Il suo fine ultimo è quello di garantire il diritto all’accesso allo screening ai cittadini italiani considerati ad alto rischio.
Attraverso l’inserimento dello screening all’interno dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), questa neoplasia verrà così trattata alla stregua dei programmi di screening. Come, ad esempio, vengono trattati il cancro cervicale, quello colorettale e quello mammario.
Infatti, come spiega il Dottor Giorgio Vittorio Scagliotti, Direttore della divisione di Oncologia medica dell’Università di Torino e coordinatore scientifico di ‘PolmoniAMO’: «La Tac a basso dosaggio (spirale) rappresenta una promettente strategia salvavita, ma ad oggi non rientra nei programmi di prevenzione secondaria rimborsati dal SSN. Studi clinici hanno dimostrato che questo approccio riduce del 20-25% la mortalità nei forti fumatori, che si può tradurre in oltre 5.000 decessi in meno ogni anno nel nostro Paese».
PolmoniAMO vuole promuovere un cambiamento culturale nell’opinione pubblica, nei decisori e nelle Istituzioni sensibilizzandoli sulla necessità di implementare lo screening per questa patologia. Il Dottor Scagliotti ha affermato inoltre: «Vogliamo costruire un nuovo modello collaborativo, realizzando un percorso che offra strumenti e risorse per l’attivazione di programmi di prevenzione secondaria su tutto il territorio, coinvolgendo in particolare i medici di famiglia. Vanno di conseguenza implementati i centri antifumo. Per realizzare questi obiettivi servono fondi, che possono essere recuperati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza».
Nuove risorse per il programma sperimentale di screening polmonare
Con il Decreto-legge Sostegni-bis sono stati erogati 2 milioni di euro per il biennio 2021-2022 per sostenere il primo programma nazionale sperimentale di screening polmonare.
Ugo Pastorino, direttore della Chirurgia toracica della Fondazione Irccs Istituto Nazionale Tumori di Milano e coordinatore del progetto, spiega nel dettaglio la sua struttura: «È rivolto a persone di età compresa fra 55 e 75 anni, che consumino un pacchetto di sigarette al giorno da più di 30 anni. Possono partecipare anche i forti fumatori che hanno smesso da meno di 15 anni. Sono coinvolti 19 centri a elevata competenza clinica multidisciplinare su tutto il territorio. La Tac a basso dosaggio è lo strumento più idoneo per la diagnosi precoce: è efficace nell’individuazione di lesioni di piccole dimensioni, è facile e non è invasiva.»
Pastorino precisa inoltre: «Grazie allo screening, è possibile individuare tumori molto piccoli, trattabili con chirurgia mininvasiva e personalizzata, assicurando al paziente un recupero funzionale rapido e una dimissione precoce. Inoltre, il suo potenziale si estende oltre la prevenzione oncologica, consentendo l’identificazione precoce anche di altre patologie fumo-correlate, quali la broncopneumopatia cronico ostruttiva e le cardiopatie.»
Gli esami di controllo, infatti, possono essere effettuati con un intervallo di tempo tanto maggiore quanto è inferiore il rischio. Il ritardo nell’intervallo tra diagnosi e trattamenti chirurgici, chemio e radioterapici produce non solo un impatto negativo sulla sopravvivenza, ma anche sulla qualità della vita e sulla produttività dei pazienti e dei loro caregiver.
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