“Long-COVID e malattie neurologiche: analisi degli effetti a lungo termine e strategie di intervento”, è il titolo dell’evento organizzato da RIN, con il patrocinio di SIN in collaborazione con il Centro Studi Americani ed Edra, che si è svolto lo scorso 21 maggio a Roma.
Long-COVID: bilanci e prospettive per il futuro
A distanza di oltre quattro anni, appare evidente che per un rilevante numero di persone colpite da COVID-19 segni e sintomi causati dall’infezione possono persistere o svilupparsi anche dopo la risoluzione della fase acuta.
Questa condizione è stata riconosciuta come una entità clinica specifica, denominata appunto Long-COVID.
Su tali premesse il Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM) del
Ministero della Salute ha individuato l’ISS come capofila dello studio “Analisi e strategie di risposta agli effetti a lungo termine dell’infezione COVID-19 (LongCOVID): bilanci e prospettive”.
Il progetto, nato nel 2021, è coordinato dal Prof. Graziano Onder e coinvolge tra gli enti anche RIN – rete IRCCS delle Neuroscienze e della Neuroriabilitazione. Quest’ultima ha approfondito gli effetti a lungo termine del Long-COVID nell’ambito delle malattie neurologiche, portando gli studi e le testimonianze di numerosi esperti
di primissimo piano.
L’evento RIN per parlare di Long-Covid e malattie neurologiche
Partendo dai risultati raccolti dallo studio dell’ISS, Rin ha organizzato, con il patrocinio di SIN in collaborazione con il Centro Studi Americani, che ha ospitato l’evento, ed Edra, un convegno dedicato al tema, trasmesso anche in diretta streaming.
Durante i lavori congressuali, divisi in due sessioni tecniche e una tavola rotonda con i decisori politici, si è parlato di:
- una visione del Long-COVID di ampio respiro, con un focus particolare sugli effetti del contagio a livello neurologico;
- dell’importanza di considerare l’interazione tra uomo, ambiente e mondo animale per comprendere, prevenire e gestire le pandemie;
- delle necessità di riorganizzare i sistemi sanitari e sociali per affrontare le future sfide pandemiche.
Il convegno ha infatti rappresentato un passo importante verso una migliore comprensione delle complesse interazioni tra Covid-19 e salute neurologica, stimolando una collaborazione integrata tra diversi settori scientifici e sanitari per migliorare la risposta globale alle pandemie.
Sono intervenuti all’evento:
Ludovico Baldessin, CEO Edra SpA
Luca Battistini, IRCCS Santa Lucia, Roma
Francesco Benedetti, IRCCS S. Raffaele, Milano
Luana Benedetti, IRCCS San Martino, Genova
Alfredo Berardelli, IRCCS Neuromed, Pozzilli
Carlo Caltagirone, IRCCS Santa Lucia, Roma
Vanessa Cattoi, Deputato, Membro della V Commissione, Bilancio
Nicola De Stefano, Università di Siena
Luigi Frati, IRCCS Neuromed, Pozzilli
Massimo Fini, IRCCS San Raffaele, Roma
Roberta Ghidoni, IRCCS Fatebenefratelli, Brescia
Giovanni Leonardi, Direttore ad interim Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze
sanitarie del Ministero della Salute
Guido Liris, Senatore, Membro della V Commissione, Bilancio
Raffaele Lodi, Presidente RIN – Rete IRCCS delle Neuroscienze e della Neuroriabilitazione, IRCCS ISN di
Bologna
Beatrice Lorenzin, Senatrice, Membro della V Commissione, Bilancio
Camillo Marra, IRCCS Gemelli, Roma
Fabio Mazzeo, Giornalista
Graziano Onder, IRCCS Gemelli, Roma
Alessandro Padovani, Presidente Società Italiana di Neurologia
Nicola Vanacore, ISS, Roma
Gli highlights dei protagonisti
Ad aprire il convegno è il Prof. Raffaele Lodi che spiega le ragioni che hanno portato alla realizzazione dell’evento, affermando: “Questo convegno nasce per focalizzare l’attenzione sulle manifestazioni neurologiche successive all’infezione da SARS-CoV-2. Ci siamo concentrati su due aspetti. In primis, gli effetti neurologici provocati dall’infezione, sia in fase acuta che nella fase successiva alla guarigione con particolare riferimento alle manifestazioni neurologiche legate soprattutto a disfunzioni cognitive e disturbi psichiatrici. L’altro aspetto importante invece è l’effetto dell’infezione da Covid19 su malattie neurologiche preesistenti e croniche”.
Anche il Dott. Giovanni Leonardi, concorda sull’importanza dell’evento e focalizza il suo intervento sul tema “One Health”. “Oggi ci concentriamo sugli effetti neurologici del Covid, ma chiaramente non sono gli unici aspetti rilevanti. Dal punto di vista dell’approccio One Health diventa fondamentale considerare le pandemie come il risultato di una serie di fattori, tra cui l’ambiente e l’interazione con il mondo animale e vegetale. Dobbiamo sempre avere una visione integrata di come l’uomo interagisce con i diversi ambiti economici e sociali”.
Nel suo intervento invece, il Prof. Alessandro Padovani, afferma: “Sistema nervoso centrale e periferico è stato al centro delle attenzioni fin dall’inizio della pandemia. In fase acuta abbiamo osservato un aumento di encefalopatie e patologie cerebrovascolari. Nel lungo termine diverse manifestazioni si sono presentate, alcune strettamente correlate alla gravità del COVID, altre meno. Tra i dati più interessanti ci sono le manifestazioni neurologiche occorse indipendentemente dalla gravità dell’infezione, in tempi successivi al COVID”.
In seguito la parola passa al Prof. Graziano Onder, che presenta il progetto “Analisi e strategie di risposta agli effetti a lungo termine dell’infezione COVID-19 (LongCOVID): bilanci e prospettive”.
Rispetto all’iniziativa l’esperto ha spiegato che “rappresenta una fonte importante di informazioni per ulteriori ricerche e per comprendere meglio il fenomeno Long-Covid. La grande quantità di dati raccolta ha anche permesso di informare la popolazione tramite il sito dell’ISS e di formare gli operatori sanitari. Abbiamo svolto una formazione a distanza (FAD) che ha coinvolto oltre 14.000 operatori sanitari su tutto il territorio nazionale.”
Di grande interesse anche la tavola rotonda con i decisori politici, che hanno tracciato un quadro sulle strategie da implementare nell’ambito del Long-Covid.
In particolare, la Sen. Beatrice Lorenzin ha sottolineato: “È fondamentale continuare a investire in strutture di
prevenzione territoriale in grado di rispondere rapidamente a nuovi virus. Non possiamo tornare agli schemi pre-pandemia, ma dobbiamo adottare strategie globali e locali, in linea con le direttive dell’OMS, per affrontare le sfide future, inclusi i cambiamenti climatici. Educare e formare il personale sanitario, e la popolazione, è essenziale per prepararsi ai nuovi scenari”.
L’On. Vanessa Cattoi si è invece concentrata sulla spesa sanitaria affermando: “È cruciale che a livello europeo la spesa sanitaria sia vista come un investimento e non un costo. È giunto il momento che l’Europa, che in passato ha imposto tagli lineari, riconosca l’importanza degli investimenti sia nel know-how sia in specifiche specialità
mediche, e che conceda, soprattutto, più autonomia”.
Infine, il Sen. Guido Liris ha posto l’attenzione sulle priorità in ambito sanitario, spiegando: “Bisogna riorientare la sanità verso la prevenzione territoriale. Per questo i dipartimenti di prevenzione, spesso trascurati in favore di cure assistenziali, devono riacquistare un ruolo centrale, utilizzando l’epidemiologia e la statistica per mantenere una rete sanitaria efficace ed efficiente”.