Si è svolto oggi, presso il Centro Svizzero di Milano, l’evento “La donazione, una ricchezza da non sprecare. L’infezione da Citomegalovirus (CMV), una minaccia nel post trapianto” organizzato da Edra con il contributo non condizionante di Takeda, trasmesso anche in diretta streaming.
L’infezione da CMV: la situazione attuale
Ogni anno, in media, solo il 50% dei pazienti in lista di attesa per un trapianto viene sottoposto ad intervento. Di questi un paziente su tre sviluppa un’infezione da Citomegalovirus.
Il CMV è un virus distribuito al livello mondiale, in relazione al quale si stima che la sieropositività tra gli adulti corrisponda al 45% degli individui. Nei Paesi in via di sviluppo, il dato raggiunge il 100%.
Negli individui immunocompetenti il CMV è asintomatico o latente, mentre in quelli con compromissione immunitaria, come per i pazienti sottoposti a trapianto, può portare a complicanze. Tali complicanze possono attaccare: occhi, polmoni, fegato, esofago, stomaco, intestino e sistema nervoso centrale e nei casi più gravi, l’organo trapiantato.
Nel 2021, in Italia, il 27% dei pazienti sottoposti a trapianto ha sviluppato infezione da CMV, a seguito della procedura, generando un elevato tasso di ospedalizzazione, che impatta sulla vita del paziente, oltre che sui costi del Sistema Sanitario Regionale.
Attualmente, il modo migliore per limitare il rischio di contagio è un’attenta igiene personale, soprattutto per le categorie di persone più vulnerabili alla malattia.
La prospettiva dei clinici: incentivare un approccio sistemico
Massimo Cardillo, Direttore Generale del Centro Nazionale Trapianti (CNT) dell’ISS ha aperto i lavori congressuali, chiarendo: “Il numero delle donazioni è cresciuto e sta crescendo così come ci dicono i dati dei primi mesi del 2023: confrontandoci, in Europa, siamo lontani dal benchmark spagnolo, ma in linea con altri Paesi. È in ogni caso importante non nascondere le criticità.”
Secondo Cardillo una delle problematiche riguarda la popolazione anziana e spiega: “Queste opposizioni, probabilmente sono causate da vari fattori, non ultimo quello di pensare di non essere idonei alla donazione. Dobbiamo insistere: sappiamo che oggi non ci sono controindicazioni alla donazione legate all’età. Su questo è prioritario lavorare attraverso campagne di comunicazione e informazione in sinergia col Ministero della Salute e con tutte le associazioni”.
Giuseppe Piccolo, Direttore del Centro Regionale Trapianti della Lombardia, ha portato invece l’esperienza regionale. In seguito ha poi sottolineato l’importanza di un approccio sistemico e multidisciplinare affermando: “Siamo una rete. Il buon esito del percorso appartiene a tutto il gruppo di lavoro coinvolto, ma anche al paziente, che rimane l’amministratore unico del bene ricevuto”.
Ad approfondire la necessità di un approccio integrato è stato anche Fausto Baldanti, Direttore U.O.C. microbiologia e virologia IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia. Baldanti ha infatti spiegato “L’interdisciplinarietà è indispensabile, anche nella formazione. Gli studenti devono poter acquisire le competenze necessarie sul tema già nel percorso curricolare e non solo nelle scuole di specialità. Altro punto fondamentale nel 2023 è l’aggiornamento degli schemi diagnostici per cui clinici, infettivologi, trapiantologi e medici microbiologi possano interpretare in modo efficace e integrato i dati, migliorando la gestione del paziente”.
Corrado Girmenia, Gruppo Italiano Trapianto Midollo Osseo (GITMO), ha poi affrontato l’importanza del monitoraggio post trapianto per prevenire l’infezione da CMV. Il Professore si è rivelato ottimista affermando: “Sono ben definite ormai da tempo quelle che sono le strategie di monitoraggio del citomegalovirus; attive tra l’altro anche per altri patogeni.”
Un quadro positivo anche quello delineato da Paolo Grossi, Direttore S.C. Malattie Infettive e Tropicali (ASST dei Sette Laghi Varese), che ha ricordato come la percentuale di sopravvivenza post-trapianto nel 2023 si attesti al 90%. Per Grossi “il CMV rappresenta la principale complicanza infettiva. È necessario costruire team multidisciplinari in grado di gestirne le complicanze”.
La prospettiva della politica: eliminare le differenze e aggiornare le normative
La Senatrice Elisa Pirro dell’Intergruppo parlamentare donazione e trapianto, ha posto l’accento sulla necessità di rendere più omogeneo il paradigma gestionale delle donazioni. La Senatrice ha quindi chiarito “Il nostro obiettivo è dialogare con le società scientifiche, con il Centro Nazionale Trapianti, con le associazioni dei pazienti. Vogliamo arrivare con delle proposte basate sulle reali necessità. È fondamentale che si disponga di un nuovo paradigma omogeneo su tutto il territorio nazionale, che consenta procedure più rapide e adeguate dotazioni professionali ed economiche.”
Al convegno è intervenuto in rappresentanza dell’azienda Andrea Degiorgi, Rare Business Unit Head Takeda Italia. Degiorgi ha voluto ribadire l’importanza di salvaguardare il valore della donazione, affermando: “La donazione è una ricchezza da salvaguardare anche attraverso il miglioramento dell’assistenza post-trapianto, la promozione della ricerca e dell’innovazione, la condivisione di dati ed esperienze e il monitoraggio efficace dell’aderenza terapeutica.”
La prospettiva delle associazioni: investire in campagne di sensibilizzazione
Sul tema della comunicazione ai cittadini, fondamentali sono le associazioni di volontariato. Come ha spiegato Flavia Petrin, Presidente AIDO, “la conoscenza è alla base della scelta. Noi lavoriamo perché la gente opti per la donazione in vita e lo faccia raccogliendo tutte le informazioni necessarie. Dire “sì” non costa niente ed è una scelta per la vita. La tecnologia in questo momento ci supporta per diffondere più possibile la conoscenza. Da aprile sarà possibile dire “sì” anche attraverso la CIE”.
Anche Tiziana Nicoletti, Responsabile Cnamc Cittadinanzattiva, ha ribadito l’importanza della comunicazione: “È fondamentale investire sulla condivisione dei dati e su una corretta informazione medico-paziente, rapporto che negli ultimi anni è entrato in crisi proprio a causa di una minore reciprocità. Il processo informativo è fondamentale che avvenga gradualmente e basandosi sulla fiducia.
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