Superamento delle parafarmacie con introduzione del vincolo di incompatibilità tra titolare di farmacia e di parafarmacia, formazione orientata ai servizi, riforma previdenziale, rinnovo della convenzione e nuovi modelli di remunerazione: questi alcuni dei temi su cui sono confrontati tutti gli attori della filiera e i vertici della politica nazionale agli Stati Generali della Farmacia Italiana promossi da Federfarma, realizzati con il supporto organizzavo di Edra e il contributo incondizionato di Mylan.
L’evento, che ha fatto registrare oltre 2.800 iscrizioni, è stato un’occasione centrale per condividere la visione della farmacia del futuro anche con la politica, cui Federfarma ha chiesto un impegno concreto sulle proprie proposte e di smettere di considerare la farmacia come un ricco luogo commerciale ma di ritornare a pensarla come luogo di salute e risposta ai bisogni del cittadino.
Tracciare la rotta della farmacia del futuro. È questo che si auspica Marco Cossolo, presidente nazionale del sindacato, che interviene sulle proposte condivise durante i tavoli di discussione: «È emersa una grande convergenza tra tutte le voci della categoria su un focus, la farmacia deve essere al centro della distribuzione del farmaco e noi farmacisti abbiamo il diritto e dovere di distribuirli. Un tema forte è la richiesta di superare l’esperienza delle parafarmacie. Siamo disponibili a compromessi ma bisogna passare al vincolo di incompatibilità tra titolarità della farmacia e ogni forma di società che comprenda parafarmacie. Siamo disponibili al riassorbimento dei colleghi ma senza aumentare il numero delle farmacie oltre a quelle già previste da concorso del 2012».
La riforma dell’Enpaf
Il presidente di Federfarma ha registrato la disponibilità del presidente dell’ente, Emilio Croce ad aprire un tavolo per discutere tutti insieme per scrivere nuove regole. «E se per modificare lo 0,90 bisogna cambiare una legge risalente al 1977, commenta Croce, allora forse è arrivato il momento di farlo. Ma prima bisogna ragionare insieme, anche con le rappresentanze dei collaboratori e dei colleghi ospedalieri con l’obiettivo di migliorare le attuali pensioni che sono inadeguate».
Farmacie e servizi
Infine la convenzione che secondo Cossolo dovrà permettere di superare le 102 repubbliche, quante sono le province italiane.
«Nella piattaforma presentata al tavolo del rinnovo, abbiamo proposto di valorizzare la farmacia dei servizi, e con il provvedimento che prevede il finanziamento di 36 milioni di euro a cui noi aggiungiamo lo 0,15, ci sono le risorse per iniziare a farlo. In questo contesto andrà ridiscussa anche la legge 405 non per abolirla ma per uniformarla e uniformare la Dpc e la remunerazione spacchettando la convenzione in due livelli uno nazionale e uno regionale per andare incontro alle necessità delle singole Regioni».
Farmacie rurali e Dpc
I tavoli di discussione hanno toccato anche i temi inerenti le farmacie rurali da cui Silvia Pagliacci, presidente del Sunifar, ha raccolto le proposte dirette ai politici: «Le farmacie rurali hanno bisogno di certezze, regole nuove e stabilità per poter gestire con tranquillità le nostre aziende, di investire nello sviluppo delle nostre farmacie, senza la paura che, prima o poi, ce ne portino via altri pezzi. Stiamo chiedendo il riconoscimento dei nuovi ruoli e del valore della presenza nelle aree più difficili del territorio, dove il rapporto tra gli oneri e i profitti è più sfavorevole e, quindi, nel ribadire i diritti al sostegno e alle sovvenzioni. Nelle aree lontane dalle strutture sanitarie i servizi sono più necessari, ma costano anche di più e di ciò si dovrà tener conto nella loro remunerazione».
Convergenza anche sulla Dpc: «Difendiamo gli stessi concetti per mantenere un adeguato riconoscimento economico, esattamente come faremo per la remunerazione della dispensazione dei farmaci Ssn al tavolo Aifa, ribadiremo anche l’importanza di sfruttare la Dpc per riportare i farmaci della Diretta sul territorio, ricordando che la farmaceutica è parte dei Lea. L’Atto d’indirizzo prevede l’abolizione dell’acconto sulla Dcr. Anche in questo caso occorrerà trovare una soluzione che non crei impatti negativi nella gestione finanziaria delle farmacie più deboli».