OncoCare, le farmacie sempre più vicine ai pazienti oncologici

“OncoCare – networking in oncologia”, un documento che individua nel farmacista, inserito in un modello di gestione integrata, un punto di riferimento per il paziente sul territorio e per la gestione delle criticità.

«Il paziente oncologico sempre più si sta cronicizzando, si sta cioè abituando a convivere con la malattia, e in questa ottica il supporto, l’empatia che può trovare in farmacia è ancora più rilevante». Così Vittorio Contarina, Vicepresidente di Federfarma, nel corso della conferenza on line tenutasi ieri e moderata da Ludovico Baldessin, Chief and Scientific Officer di Edra sul documento “OncoCare – networking in oncologia”, edito da Edra in collaborazione con Sandoz e Novartis. Documento che raccoglie gli interventi di autorevoli professionisti impegnati sul fronte della gestione della cronicità e che individua nel farmacista, inserito in un modello di gestione integrata, un punto di riferimento per il paziente sul territorio. Tra i contributi anche quelli dei presidenti di Federfarma e Sunifar Marco Cossolo e Silvia Pagliacci. Contarina ricorda, tra le altre cose, l’importanza di percorsi formativi come quello della Farmacia oncologica, che da alcuni anni ha l’obiettivo di creare sul territorio una rete di farmacie certificate nell’assistenza ai pazienti che si stanno misurando con le patologie tumorali. 

«Questi pazienti – specifica il Presidente della Associazione Italiana di Oncologia Medica Giordano Berettasono oggi, in Italia, quasi tre milioni e mezzo: In un quadro simile va ridisegnato il rapporto ospedale-territorio. In relazione al follow-up, alla possibilità di sviluppare la figura dell'”infermiere di famiglia”, all’implementazione della sanità digitale, che però non può sostituire in toto il rapporto umano. Se poi guardiamo alle farmacie, la capillarità della loro presenza sul territorio le rende ancor più vicine al cittadino. In ogni angolo del Paese c’è una farmacia, mentre in alcuni borghi il medico di medicina generale è presente solo un giorno alla settimana. Evidente allora il ruolo del farmacista nell’ambito della riabilitazione, anche psicologica, del paziente oncologico». In prima linea nelle corsie del Gavazzeni di Bergamo durante l’emergenza Covid-19, Beretta conferma che oggi la situazione sta tornando alla normalità e, d’accordo con Mandelli, ritiene ingiuste le critiche verso il sistema sanitario lombardo, considerata l’entità degli eventi occorsi da febbraio in poi.

La Presidente della Sifo Simona Creazzola da parte sua sottolinea che «la farmaceutica territoriale è una sola e si avvale della sinergia tra farmacisti ospedalieri e di comunità. Allo stesso modo l’assistenza oncologica deve esser un continuum tra ospedale e territorio, tanto più dopo il periodo che abbiamo attraversato, nel quale sembrava che esistessero soltanto i malati di Covid-19». «Di cancro si guarisce», sintetizza Francesco De Lorenzo, Presidente dell’Associazione Italiana Malati di Cancro (Aimac), «e l’informazione è la prima medicina». «Sandoz e Novartis hanno unito le loro forze mettendo insieme sostenibilità e innovazione per trovare una soluzione di valore per i pazienti. Crediamo fermamente che la figura del farmacista oncologico territoriale unitamente al farmacista ospedaliero rappresentino uno snodo fondamentale per garantire una migliore presa in carico del paziente e con il nostro impegno vogliamo guidare questa trasformazione culturale», concludono Paolo Fedeli, Medical Director di Sandoz, e Chiara Gnocchi, Communication and Patient Relation Head di Novartis Oncology.