Management Program in Hematology, al via il corso Edra e Sda Bocconi

Difficile mettere insieme l’ematologo, una delle figure della medicina più legate a ricerca e clinica, e le esigenze di gestione di un’azienda sanitaria o di una struttura complessa. Ma fino ad un certo punto: saper gestire al top le dinamiche ospedaliere potrebbe aiutare nelle cure.

Nasce così il Management Program in Hematology, il corso di Edra e Sda Bocconi realizzato grazie alla sponsorizzazione di Novartis Italia, rivolto a 20 specialisti: un focus sulla presa in carico dei pazienti vista da più prospettive, in quattro moduli: il primo dal 9 al 10 luglio sull’organizzazione delle aziende sanitarie e il secondo dal 6 al 7 novembre sui meccanismi di finanziamento della spesa farmaceutica; i successivi nel 2021.

«Il percorso punta a offrire allo specialista ematologo scenari di riferimento, clinical governance, continuità assistenziale e terapeutica, valutazione delle performance, leadership. Con un focus sulle esperienze di gestione di gruppi interdisciplinari da parte di ematologi. Tutti temi che portano il professionista a confrontarsi, e insieme a rafforzare le sue competenze su strumenti di management dell’azienda sanitaria sempre senza perdere di vista le peculiarità della presa in carico del paziente con patologie ematiche», spiega Lucia Ferrara responsabile di progetto e docente Sda Bocconi. «L’obiettivo è creare una “comunità di pratica” tra ematologi in aula, che si interrogano su ciò che succede nel servizio sanitario nazionale, sulle ricadute regionali e poi su ciò che accade all’interno dei singoli contesti aziendali».

Ma perché un ematologo deve avere elementi di management? «Come molti altri professionisti, gli ematologi raramente hanno la possibilità di approfondire le loro conoscenze su questa materia, e invece è importante che alla competenza clinica affianchino conoscenze e competenze sugli strumenti di management e i sistemi operativi delle Aziende sanitarie e che costruiscano relazioni con tutti gli attori che intervengono nella presa in carico del paziente migliorandone la qualità,”alzando lo sguardo” dalle questioni cliniche all’intero percorso della persona assistita».
«Dal 2015 nelle regioni sono in atto processi di riforma dei sistemi sanitari regionali, che hanno portato ad una riduzione del numero delle aziende sanitarie, accorpamenti e re-integrazioni tra strutture ospedaliere e territoriali che allo stato dei fatti si rivelano eterogenee. Tutti questi processi, si portano dietro rivoluzioni nell’organizzazione delle strutture e nei ruoli, a seconda del tipo di azienda cui di fatto si dà vita, comportando una diversa collocazione e diverse regole d’ingaggio dell’ematologo. Non solo: le innovazioni che stanno investendo l’ematologia impongono una riflessione; in un contesto dove i Direttori di Dipartimento e di struttura si identificano con ruoli sempre più gestionali, l’ematologo, figura centrale rispetto a una domanda di salute complessa, non può segnare il passo ma deve sviluppare la capacità di governo della filiera dei servizi. Ancora una volta bisogna “alzare lo sguardo” dallo specifico della presa incarico solamente clinica ai temi delle reti clinico-assistenziali, della rete ematologica, dei percorsi diagnostico-terapeutici, dell’integrazione ospedale-territorio, oltre ai temi delle valutazioni economiche e di sostenibilità spesso oggetto di confronto con la direzione generale».

«L’evoluzione della ricerca e della conoscenza scientifica, la disponibilità di farmaci sempre più personalizzati e la continua attenzione ad un più efficiente ed efficace uso delle risorse economiche (per definizione sempre limitate) rendono necessario lo sviluppo di nuovi modelli organizzativi per la sanità e di nuove competenze manageriali per chi ricopre ruoli clinico-scientifici», sottolinea Giampaolo Murri Head of Market Access di Novartis Oncology Italy. «Novartis è convinta che la formazione sia elemento fondante per lo sviluppo organizzativo e manageriale e si propone come partner per il Ssn e la classe medica, contribuendo con progettualità come questa a far crescere nuove generazioni di “ematologi 2.0 con competenze a 360°”. Vogliamo partecipare alle sfide che i medici italiani sono chiamati ad affrontare non solo con nuove forme di aggiornamento scientifico, anche digital-based, ma anche e soprattutto promuovendo iniziative di formazione manageriale che riteniamo fondamentali per garantire la sostenibilità del sistema, sviluppando processi decisionali basati su solide metodologie di analisi e valutazione del contesto».

«In un panorama di risorse limitate, chi svolge ruoli clinici è sempre più spesso coinvolto in prima persona nella gestione efficace ed efficiente delle risorse stesse. Un’attenta attività di pianificazione e programmazione rappresenta una base imprescindibile sia per gestire risorse in modo corretto sia per un appropriato processo decisionale consapevole delle complessità organizzative dei percorsi di cura, a beneficio dei pazienti. In questo contesto, l’acquisizione di competenze manageriali ed una maggior consapevolezza delle logiche di budgeting saranno sempre più importanti nel facilitare la collaborazione virtuosa tra la classe medica e i responsabili del controllo di gestione a livello ospedaliero. E si pongono le basi per una gestione “moderna” del sistema sanitario e dell’innovazione scientifica» sottolinea Murri.