Conclusa con successo la tre giorni di FarmacistaPiù, terza edizione del Congresso dei Farmacisti Italiani

Tre giorni di lavori, 43 convegni, 167 relatori, oltre 200 interventi, 22 associazioni di categoria presenti e, soprattutto, 4.000 partecipanti, in rappresentanza dell’intero mondo della farmacia e della professione di farmacista: sono i numeri scaturiti dalla III° Edizione di FarmacistaPiù, il Congresso nazionale dei farmacisti Italiani, svoltasi a Firenze, nella Fortezza da Basso, dal 18 al 20 marzo.
Oggi non hanno vinto solo i numeri” ha detto in conclusione il Senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, Presidente del Comitato Scientifico di FarmacistaPiù e Vicepresidente di FOFI (la Federazione Ordini dei farmacisti Italiani, organizzatrice del Congresso con la partnership di UTIFAR e Fondazione Francesco Cannavò in collaborazione con EDRA): “oggi ha vinto la qualità, la competenza, la concretezza dei dibattiti e degli interventi nei tanti momenti convegnistici“. Convegni che hanno affrontato quella che lo stesso D’Ambrosio Lettieri ha definito la sfida del farmacista di domani: “offrire un modello virtuoso nell’integrazione tra sfera sociale e sanitaria, in un mondo di complessità, dove nulla è semplice ma dove dobbiamo essere pronti a cogliere tempestivamente tante importanti opportunità per il rilancio del ruolo professionale e di mission per la farmacia italiana“. Giudizio condiviso dal Presidente di FOFI Senatore Andrea Mandelli: “la formula di FarmacistaPiù è in continua evoluzione ma si conferma un congresso dei farmacisti che ha l’obiettivo di continuare a formare i farmacisti dandogli idee per affrontare il futuro“.
Eppure il Congresso si era aperto con le preoccupazioni che attraversano il mondo della professione, espresse dall’allarme disoccupazione per i farmacisti del futuro (un fabbisogno occupazionale per il farmacista italiano di circa 1.500 unità l’anno a fronte di circa 4.700 nuovi laureati in farmacia); dall’attesa per il DDL sulla concorrenza con l’ingresso di capitali nel mondo delle farmacie; dall’aspettativa di una fase di stabilità dopo anni di crisi e turbolenza determinati dai cambiamenti e dalle sfide epocali che hanno investito e investiranno ancora l’intero comparto farmaceutico dal punto di vista dell’innovazione scientifica e del mercato.
Confrontarsi con le sfide in atto e con tutti gli attori, politici, scientifici e istituzionali era l’obiettivo dichiarato dal Comitato Scientifico di FarmacistaPiù, di cui fanno parte, oltre agli stessi D’Ambrosio Lettieri e Mandelli, il Direttore dell’AIFA Luca Pani e il Presidente di UTIFAR Eugenio Leopardi.
Obiettivo centrato, a giudicare dal parterre istituzionale che ha visto sabato mattina, confrontarsi, in un’affollatissima plenaria dedicata al DDL Concorrenza, il Ministro per le Riforme Maria Elena Boschi (“un comparto, quello della farmaceutica, che registra una crescita talmente evidente da rappresentare un secondo Made in Italy“); il Vice Ministro allo Sviluppo economico Antonio Gentile (“Si tratta di superare definitivamente le “lenzuolate” di antica memoria, ricercando una soluzione equilibrata e rispettosa del ruolo e della professione di tutti“); i Presidenti delle Commissioni Parlamentari, rispettivamente di Camera e Senato, Mario Marazziti ed Emilia Di Biasi – entrambi contrari a una deregulation che finisca per snaturare il ruolo delle farmacie quale servizio pubblico essenziale – e, infine, il Relatore del DDL concorrenza in Commissione Industria, Senatore Luigi Marino, che ha confermato l’accelerazione nell’iter di approvazione del DDL con l’arrivo in aula previsto per la prima parte di aprile.
Al tema della concorrenza si è aggiunto quello delle riforme, in senso federalista, del Servizio Sanitario Nazionale, con la partecipazione dell’on. Federico Gelli, Responsabile Sanità del Partito Democratico (“meno ospedale, più territorio: così si salva il SSN“) e dell’Assessore per il Diritto alla Salute della Regione Toscana, Stefania Saccardi (“farmacisti strategici, metteremo risorse per valorizzarli“).
Anche qui, se non c’è stata un’integrale identità di vedute, si è registrata una confortante sintonia nell’approccio verso una sanità improntata all’universalismo, all’equità e alla solidarietà che non potrà non vedere come centrale il protagonismo del mondo della farmacia e dei farmacisti.
E’ stato in fondo questo il filo che ha unito i vari momenti di discussione e confronto: “abbiamo posto domande – la posizione di FOFI – e le risposte sono arrivate: la professione farmaceutica continua a svolgere un ruolo importante e questo ruolo deve adeguarsi agli scenari attraverso un costante adeguamento del patrimonio dei saperi in una ricollocazione della farmacia italiana nel mercato che la riguarda“.
Concetti espressi anche sull’altro tema caldo della produzione farmaceutica e dei farmaci innovativi, con gli interventi di Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria e Luca Pani, Direttore dell’AIFA, secondo il quale: “sotto il profilo della sostenibilità dei costi per l’innovazione la farmacia può svolgere un compito strategico e contribuire a contenere la spesa e a recuperare risorse da dedicare ai nuovi medicinali“.
FarmacistaPiù non è stato solo un appuntamento dedicato alle urgenze legislative: il Congresso si è articolato in una ricchissima attività di approfondimenti scientifici e tematici che hanno affrontato i temi delle Medicine Use Review e della farmacia oncologica, della medicina predittiva e dell’evoluzione della farmacia verso pharmaceutical care e chronic care model, solo per citarne alcuni.
Un contesto – la dichiarazione di Ludovico Baldessin, Direttore Esecutivo di EDRA – nel quale “la sanità si sta sempre di più “deospedalizzando”, potenziando l’assistenza territoriale e conferendo, tra gli altri, al farmacista il ruolo di migliorare l’assistenza ai pazienti complessi affetti da patologie croniche, così come acute, tra cui quelle di natura oncologica“.
Una tre giorni positiva“, hanno concluso Mandelli e D’Ambrosio Lettieri, che ha registrato la disponibilità del mondo farmacia ad accettare la sfide, seppur difficili, del futuro e un’inedita capacità di ascolto delle istituzioni per superare le cesure del passato e accogliere l’esigenza di stabilità di una professione cruciale per la salute dei cittadini.