L’emicrania nei LEA: scelta di civiltà sanitaria e sociale

Martedì 11 novembre, presso la Sala “Caduti di Nassirya” del Senato si è svolto l’evento istituzionale “L’emicrania nei LEA: scelta di civiltà, sanitaria e sociale”. L’iniziativa è stata promossa della Senatrice Beatrice Lorenzin e realizzata da Edra S.p.A. con il contributo non condizionante di Pfizer Italia.

Emicrania: tra progresso e criticità

L’emicrania è riconosciuta dall’OMS come la terza patologia più frequente e la seconda più disabilitante a livello globale.

In Italia ne sono affetti oltre 6 milioni di cittadini, di cui il 70 % donne. La sua natura ciclica, con attacchi ricorrenti che possono evolvere da forme episodiche a quadri cronici (definiti dalla presenza di più di 15 giorni di cefalea al mese), determina un impatto rilevante in termini di disabilità e costi sanitari e sociali.

Nonostante i considerevoli progressi nel campo scientifico e la disponibilità di farmaci innovativi, specifici e selettivi, l’emicrania rimane largamente sottovalutata e sotto-trattata.

Permane, inoltre, un significativo vuoto normativo: le forme più severe non sono ancora contemplate nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Questo nonostante le numerose evidenze fornite dalle società scientifiche e dalle associazioni di pazienti.

L’evento Edra: focus e protagonisti

Da queste esigenze è nato l’evento “L’emicrania nei LEA: scelta di civiltà, sanitaria e sociale”: per promuovere un percorso di sensibilizzazione volto all’inserimento dell’emicrania tra i LEA.

Come emerso da dibattito, questo riconoscimento consentirebbe infatti:

  •  un accesso tempestivo ai farmaci e trattamenti più efficaci per i pazienti;
  • una riduzione l’onere economico sul SSN;
  • il miglioramento della qualità di vita dei cittadini e delle loro famiglie.

Nel corso del dibattito è inoltre stato presentato il policy brief “Prolea”, creato proprio per generare maggiore awareness sulla patologia.

La discussione è poi stata animata dal confronto tra diversi punti di vista: le istanze di clinici e associazioni pazienti, hanno trovato riscontro nei numerosi interventi istituzionali. Sono intervenuti all’evento:

  • Beatrice Lorenzin, 5ª Commissione Programmazione economica, bilancio del Senato
  • Alessandro Padovani, Past President Società Italiana di Neurologia (SIN)
  • Simona Sacco, Consiglio Direttivo Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC)
  • Piero Barbanti Presidente Eletto Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee (ANIRCEF)
  • Paolo Sciattella EEHTA-CEIS Facoltà di Economia, Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  • Alessandra Sorrentino, Presidente Alleanza Cefalalgici (Al.Ce.)
  • Elena Murelli 10° Commissione Affari sociali, Sanità, lavoro, previdenza sociale del Senato
  • Ignazio Zullo 10° Commissione Affari sociali, Sanità, lavoro, previdenza sociale del Senato
  • Giancarlo Ruscitti Commissione LEA, Ministero della Salute
  • Giovanni Corrao, Commissione LEA, Ministero della Salute
  • Francesco Saverio Mennini, Capo del Dipartimento della Programmazione, dei Dispositivi Medici, del Farmaco e delle politiche in favore del SSN – Ministero della Salute

Ha moderato il dibattito, Ludovico Baldessin, Chief Business and Content Officer Edra S.p.A

L’emicrania dalla voce dei protagonisti

La Sen. Beatrice Lorenzin, promotrice dell’evento, ha evidenziato in apertura dei lavori come: “Ho sostenuto con convinzione la legge del 81/2020 sulle cefalee, perché rappresenta una conquista importante per milioni di persone. Tuttavia, senza un reale inserimento nei LEA e senza un PDTA dedicato, questa norma rischia di restare solo sulla carta“.

Concorda con questa visione anche il Prof. Alessandro Padovani che afferma: “La legge 81 del 2020 aveva aperto grandi speranze per garantire equità di accesso e sostenibilità nei percorsi diagnostici delle cefalee. Oggi però serve uno sforzo concreto per rendere quella visione reale. Dobbiamo ricostruire una filiera di presa in carico che non si limiti ai centri di eccellenza, ma coinvolga anche tutti gli ospedali territoriali”.

In rappresentanze della associazioni pazienti è invece intervenuta Alessandra Sorrentino. “Inserire l’emicrania nei LEA significa fare un ulteriore passo necessario affinché la patologia sia riconosciuta non solo come malattia sociale, ma come malattia invalidante e dare ai pazienti uno strumento ulteriore di prevenzione, cura e tutela.”

Il riconoscimento dell’emicrania nei LEA avrebbe anche un riscontro positivo sulla gestione dei costi legati alla patologia, come spiega Paolo Sciatella: “L’inserimento nei LEA e la creazione di un PDTA ha un ritorno dell’investimento che è quasi consequenziale.  Se il paziente viene diagnosticato in maniera tempestiva e precoce si ha appunto una diagnosi che può essere gestita e trattata nel modo più efficace possibile”.

Del resto, anche la tavola rotonda istituzionale ha evidenziato l’urgenza di una revisione dei LEA che includa l’emicrania tra le patologie croniche.

La Sen. Elena Murelli ha dichiarato: “La Legge 81 del 2020 ha riconosciuto l’emicrania come malattia sociale, ma ora serve fare il passo decisivo: inserirla nei LEA. Non possiamo lasciare milioni di pazienti senza un diritto effettivo di cura. È tempo di passare dalle parole ai fatti”.

Il Dott. Giovanni Corrao ha invece posto l’attenzione sui PDTA: “Dobbiamo creare un vero collegamento tra dati scientifici e decisioni istituzionali, per garantire scelte sagge ed eque. L’emicrania è una patologia di grande impatto, ma ancora sottovalutata: servono PDTA credibili, basati su evidenze solide, e un robusto piano di monitoraggio che misuri l’efficacia reale delle azioni messe in campo”.

A chiudere i lavori, Francesco Saverio Mennini: “È quindi indispensabile considerare l’inserimento dell’emicrania nei LEA all’interno di un percorso strutturato, fondato su evidenze solide e su un’istruttoria robusta che permetta di valutare i vantaggi, non solo in termini clinici ma anche in termini di sostenibilità complessiva”.

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