Dal rischio di disumanizzazione all’urgenza di nuovi linguaggi inclusivi: questi solo alcuni dei temi emersi dalla prima edizione del Health Journalism Forum, che vanta la media partnership di Edra e la sponsorizzazione di numerose altre realtà del mondo healthcare.
La prima edizione del Health Journalism Forum
La prima edizione dell’Health Journalism Forum, svoltasi presso il Talent Garden di Roma, con il supporto di numerosi autorevoli attori del comparto healthcare, il patrocinio di Commissione e Parlamento Europeo e la media partnership di Edra, ha sancito un nuovo patto tra chi produce informazione e chi ne è destinatario.
L’evento, promosso da Social Reporters, ha richiamato al diabattito oltre 200 professionisti del settore. Giornalisti, comunicatori istituzionali e d’impresa, accademici e decisori politici, si sono confrontati con un’unica cruciale missione: ricostruire la fiducia in un’epoca segnata da sfide complesse per la salute e la comunicazione.
In particolare, le sessioni plenarie hanno evidenziato l’urgenza di stabilire un’etica dell’algoritmo per garantire che l’AI sia uno strumento di equità e non di disumanizzazione nell’accesso a cure e dati.
Si è poi discusso ampiamente del ruolo centrale dei pazienti. Non più spettatori ma co-autori delle campagne di sensibilizzazione e veri destinatari di efficacia e inclusività dei messaggi sanitari.
Infine, grande attenzione anche su disinformazione e distorsioni statistiche e sulla necessità di ridefinire la responsabilità sociale come l’unico vero antidoto alla sfiducia.
Una sessione sul futuro della comunicazione
Tra le numerose sessioni, in chiusura della giornata anche un dibattito orientato al futuro: “Il futuro della comunicazione sanitaria: tra AI, Reality Check e diritto alla cura”.
Nel panel si è parlato di del rapporto tra innovazione tecnologica e umanizzazione del racconto della salute.
Tra i Ludovico Baldessin, Chief Business & Content Officer di Edra, ha sottolineato l’urgenza di “un nuovo modello di collaborazione tra i settori per contrastare un livello di disinformazione in salute ancora elevatissimo”. Nel corso del suo intervento ha poi ricordato come “il giornalismo in salute è oggi più che mai un presidio di democrazia e competenza. Senza autorevolezza, la comunicazione sanitaria rischia di essere percepita come promozione, e non come servizio al cittadino”.



