“Gianni Bonadonna, il padre dell’oncologia italiana”. Questo il titolo del libro, fortemente voluto da Cipomo (Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri) ed edito da Edra, che ieri a Milano è stato presentato davanti ad autorità, colleghi, amici e cittadini quale tributo al grande oncologo milanese, scomparso il 7 settembre scorso all’età di 81 anni. Per l’occasione i familiari di Bonadonna hanno ricevuto dalle mani del presidente di Cipomo, Maurizio Tomirotti, la prima copia del volume, ricordando alcuni momenti della vita professionale e umana del celebre oncologo.
«La grandezza di Bonadonna è testimoniata anche dall’entusiasmo e dai valori che riusciva sempre a trasmettere ai suoi collaboratori» ricorda il presidente Cipomo. Il volume raccoglie i momenti fondamentali della sua carriera – iniziata dopo la laurea nel 1959 con un tirocinio tra il 1961 e il 1964 al Memorial Sloang Kettering Cancer Center di New York – «in un periodo, ricordiamolo, in cui la parola “cancro” non poteva neppure essere pronunciata» rileva Tomirotti. «Anche in questo senso la sua forza trainante è stata fortissima così come la sua formazione». Fondamentale la sua opera con i cosiddetti “sette samurai”, colleghi dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano di cui nel 1976 divenne direttore della Divisione di Oncologia, con i quali mise a punto il primo protocollo chemioterapico a base di adriamicina. Il presidente Cipomo rilegge in una chiave più ampia l’opera pionieristica di Bonadonna. «Non solo ha messo a punto la terapia adiuvante della mammella ma così facendo ha teorizzato i paradigmi di tutti i trattamenti adiuvanti che sono venuti dopo di lui. Non solo con l’Abvd ha contribuito a sconfiggere l’Hodgkin ma ha anche introdotto il concetto dell’attenzione alla tossicità delle cure e all’ottenimento del risultato nel modo meno invasivo possibile nel rispetto del malato, e ciò ben prima che lui stesso si trovasse “dall’altra parte”, cioè quella del paziente». Nel 1995, infatti, all’apice della carriera, quando i suoi studi avevano rivoluzionato la cura del cancro facendolo apprezzare da tutta l’oncologia mondiale, venne colpito da un ictus che lo costrinse a una vita diversa ma non meno battagliera, tipica del suo spirito combattivo: la lotta per l’umanizzazione della medicina, anticipando un approccio che pochi anni dopo diventerà globale. «Così, anche nel periodo della sua malattia, non ha smesso di insegnarci cose ancora forse più importanti» osserva Tomirotti. Sfogliandone le pagine il volume racconta – attraverso le testimonianze di chi ha condiviso con lui percorsi di progetto e di vita – la storia dell’oncologo tra studi, premi, pubblicazioni, sottolineandone le geniali intuizioni, il carisma, la determinazione ma anche la cultura, la passione, il rigore morale e la libertà di pensiero.
«L’iniziativa è nata pochi giorni dopo la sua scomparsa, in piena sintonia con Cipomo» afferma Ludovico Baldessin, direttore esecutivo di Edra. «È sembrato doveroso realizzare questo volume che, in qualche modo, raccogliesse il caleidoscopio di emozioni di chi ha avuto il privilegio di lavorare con il professor Bonadonna e rappresentasse soprattutto una testimonianza per le generazioni future, così da trasmettere anche fuori dall’ambito delle persone che lavorano nell’ambito oncologico il valore che questo professionista ha portato a livello mondiale».